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Politica dell’ IA
05/04/2018|L'EVENTO

Politica dell’ IA

Politica dell’ IA
illustrazione di Chabacolors
parole di Damiano Greco
Il controllo dell’IA, dell’informazione e dei dati non è appannaggio soltanto di accademici e scienziati. Il controllo dell’IA influenzerà sempre più gli assetti geopolitici. Ecco perché Putin ha affermato che chi ne diverrà il leader acquisirà il controllo del mondo.

Come ogni altra gara tecnologica del passato anche la prossima si baserà sulla rapidità dei vari contendenti ad assumere una posizione di leadership, tali atteggiamenti sono confermati dalla recente affermazione di Vladimir Putin: “la nazione che sarà leader nel settore dell’Intelligenza Artificiale sarà la dominatrice del mondo”. La frase senza ombra di dubbio rappresenta la volontà da parte del presidente russo di pronunciarsi prima di tutti gli altri Capi di Stato all’interno dell’acceso dibattito sul ruolo che l’IA assumerà nei prossimi anni. Il che è di per sé pioneristico: della questione ne hanno già parlato in molti, ma è la prima volta che un leader si pronuncia su questo argomento in maniera così diretta e che ne parli in termini geopolitici.

Nella dichiarazione possiamo intuire non solo la consapevolezza del Capo del Cremlino in riferimento alle  potenzialità che la scienza computazionale ha di trasformare gli attuali equilibri geopolitici, in grado di spostare nettamente l’ago della bilancia in direzione dei paesi che maggiormente stanno investendo in tal senso – stiamo parlando naturalmente della Cina e degli Stati Uniti, due nazioni che allo stato attuale possiedono industrie digitali nettamente più avanzate e con forti prospettive di crescita rispetto alla Russia – ma, appunto, anche il timore di perdere la corsa e di rimanere indietro rispetto ai “rivali”. Putin cerca dunque una sorta di collaborazione con i due giganti più che uno scontro, evidenziando astutamente i pericoli di una posizione monopolistica nello sviluppo dell’IA e delle relative evoluzioni piene di incognite. La Repubblica Popolare sembra confermare tali timorose proiezioni dichiarando di voler diventare leader nel settore entro il 2030, magari approfittando dei tagli annunciati dall’amministrazione Trump che farebbero perdere terreno prezioso agli Stati Uniti e sfruttando il proprio mercato interno, il più importante e grande al mondo.

Gli Stati non sono gli unici attori interessati, l’argomento è stato addirittura motivo di dibattito tra i vari CEO delle multinazionali tecnologiche a noi più note, Elon Musk si è pronunciato più volte al riguardo lanciando un forte grido d’allarme. Il fondatore di Tesla e SpaceX sembra talmente preoccupato nei confronti della nascita di un’IA non controllata da voler accelerare i tempi per la colonizzazione di Marte, il futuro dell’umanità sembra essere avvolto dalle più oscure tenebre per il visionario imprenditore tanto da vedere nel pianeta rosso una nuova casa, proiettando l’esplorazione spaziale da un’opportunità ad una incombente necessità.

Di tutt’altro avviso è invece Zuckerberg, parlando di allarmismo immotivato e di visoni limitate e miopi dettate dai non addetti ai lavori – una frecciatina nei confronti di Musk – continuando poi ad elencare – twittando e postando nei vari social – le migliorie ottenute in diversi campi grazie alla ricerca per perfezionare i metodi di applicazione dell’Intelligenza Artificiale. È doveroso spezzare una lancia a favore del fondatore di Facebook, ricordando che la trasformazione digitale coinvolgerà non solo il settore militare, ma interesserà contemporaneamente vari campi, da quello economico e finanziario fino a quello sanitario e della sicurezza, andando addirittura a toccare il campo della moda e del beauty, dunque un potenziale di innovazione enorme che interesserà tutti noi. Viviamo in un’epoca di forti scosse e sconvolgimenti socioeconomici, geopolitici e demografici, sfruttare l’Intelligenza Artificiale attraverso delle analisi automatiche dei big data potrebbe rappresentare uno strumento di prevenzione per la lotta alla criminalità, al terrorismo e più in generale ai disordini sociali, anticipando – ad esempio – fenomeni di radicalizzazione attraverso l’analisi del contesto socio demografico e dei fattori di natura specificamente economica.

Questi nuovi pilastri tecnologici che dividono i vari guru iperconnessi del ventunesimo secolo sono però realmente poco percepibili dall’opinione pubblica fino a quando rimangono invisibili e intangibili, ed ecco che i vari video rilasciati dalla Boston Dynamics – la nota azienda leader nel settore della robotica – impazzano in rete coinvolgendo gli utenti che si sono divertiti a commentare le incredibili acrobazie del cane robot SpotMini accostandole a quelle dei principali antagonisti riportati nell’inquietante episodio in bianco e nero “Metalhead” della quarta stagione di Black Mirror, dove i supersiti di una società devastata da una crisi post-apocalittica sono costretti alla continua fuga in un vagabondaggio estenuante per sfuggire a dei robot quadrupedi.

Il futuro non è ancora stato scritto e di certo non viviamo nella distopia immaginata dagli sceneggiatori della fortuna serie tv britannica e temuta – oltre che da Musk – addirittura anche dal compianto Stephen Hawking, ma la direzione intrapresa non sarà priva di ostacoli, il controllo dell’IA, dell’informazione e dei dati influenzerà sempre più gli assetti geopolitici con inevitabili attriti, ma fortunatamente queste facoltà di controllo sono ancora in mano dell’uomo che ne detiene il potere decisionale, non ci sono quindi scusanti per poterle utilizzare al meglio e soprattutto al servizio dell’umanità, dobbiamo solamente saperci adattare all’evoluzione che presenterà sicuramente un’ibridazione uomo-macchina sempre più costante. La discussione non deve riguardare solamente il mondo accademico e scientifico ma coinvolgere anche a livello risolutivo i governi e, come abbiamo avuto modo di vedere, i primi passi sono stati già mossi.


Damiano Greco è laureato in Relazioni Internazionali e cooperazione allo sviluppo. Nato in Sudafrica da madre argentina e padre italiano, un’infanzia passata da un continente all’altro ad osservare il mappamondo in attesa della prossima meta e avventura. Ammaliato dall’innovazione tecnologica, ispirato dall’ingegno dell’uomo con la finalità di intuire sempre quali scenari futuri ci aspettano.

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